
Nuovi aggiornamenti sul caso ‘Foxconn‘ e Nintendo Wii U. La console è finita nella bufera a causa di un errore che potrebbe costare caro a tutta la compagnia, anche se non ne è stata questa l’artefice. Incaricata di realizzare i modelli della nuova console, Foxconn ha pensato bene, infatti, di ‘chiedere aiuto’ anche ai minorenni: ragazzini che, di età compresa fra i quattordici e i sedici anni, volendo mettere mano sulla piattaforma domestica prima di tutti i loro coetanei, hanno accettato di lavorare in fabbrica, rinunciando persino all’istruzione; non si tratta di una voce di corridoio, perché è stata la stessa Foxconn a confermarlo: quando i ragazzi volevano lasciare la fabbrica, nella quale erano costretti a orari davvero sfiancanti, potevano farlo ma a loro rischio e pericolo: essendo i professori delle loro scuole in combutta con l’impresa, qualora fossero tornati a scuola, sarebbero stati immediatamente allontanati per i motivi più vari; un vero e proprio ricatto, insomma, che non fa di certo onore a Nintendo, da sempre – almeno in apparenza – interessata a ragazzini e adolescenti.
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