Hellboy: la scienza del male – Recensione PSP

[galleria id=”126″]”I giochi su licenza fanno quasi sempre schifo“, “le licenze passano di moda e impediscono che un gioco venga consacrato per l’eternità“, “i fumetti americani rispetto ai manga sono una fetecchia“… antiche perle di saggezza ludica che, tanto per cambiare, trovano conferma nel secondo tie-in dedicato a Hellboy.

Non ce ne vogliano i lettori della Dark Horse Comics, casa produttrice di fumetti poco nota qui in Italia. Non ce ne vogliano i fan del nerboruto eroe rossastro, ma non basta un personaggio di successo (mmm) e il back-up di un film che porta lo stesso nome (ma non la stessa trama) per fare un bel gioco, anzi di solito queste sono le premesse per una schifezza “10 e lode”…
 
La versione PSP di Hellboy ha innanzitutto una storyline diversa da quella del film (al contrario delle versioni per le altre console). Ooooohhhh. Aaaaaahhhh. Quanta originalità in tutto questo, ma del resto bastava solo il nome per agganciarsi all’hype intorno al film, non era necessario che anche la trama fosse la stessa; e poi, anche dietro una buona trama è necessario che ci sia un buon gioco… ehm… appunto… dove sarà?
 
Toh, eccolo, il gioco. Un essere bitorzoluto e dalla pelle mooolto abbronzata vaga, molto Medievil-style, in ambientazioni caratterizzate da una certa interattività (e da una certa, sospetta, “nebbiosità”) finché non si imbatte in una creatura ostile. L’eroe carica un pugno e colpisce il nemico… cioè… il colpo dovrebbe essere andato a vuoto, eppure il nemico lo accusa. Magia…
No, niente magia. Semplicemente un sistema di rilevamento delle collisioni che farebbe ridere anche i polli. Ma francamente non credo che un pollo, pur nella sua limitata capacità razionale, si sottoporrebbe mai ad una sessione di gioco a Hellboy.
 
Ma se le fasi di gioco sono un po’ come il main character – orripilanti a dir poco – da un tie-in come questo potremo almeno aspettarci un “contorno” di tutto rispetto, in grado di onorare una licenza di tale livello. Ebbene no, anche gli aspetti secondari trasudano la stessa superficialità che appesta la realizzazione del gioco vero e proprio: niente doppiaggio nelle cut-scenes e intermezzi narrativi (sulla falsariga del fumetto, ma animati) realizzati in modo pedestre. Tuttavia, se qualcuno avrà l’ardire di cimentarsi in complesse combo invece di pestare a caso sui tasti, potrebbe anche riuscire a sbloccare il trailer del film. Ma chi lo farebbe? Io no, per quel poco che ho visto sono già rimasto abbastanza sconvolto.
 
VOTO: 2

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