Alan Wake: contraddizioni e ombre

Alan Wake è finalmente arrivato sulle console degli appassionati videogiocatori da pochissimi giorni ed è sempre utile ripercorrere un po’ il processo che ha portato il team di sviluppo, Remedy, alla creazione di un prodotto videoludico che sicuramente viene considerato da molti spettacolare e molto originale. Il successo di un videogioco, si sa, si può misurare solamente non appena arriveranno i primi dati delle vendite del prodotto che l’azienda di produzione sicuramente diffonderà in un futuro non troppo lontano. Nel frattempo è chiaro che l’aria che si respira per la società è molto positiva.

Nei giorni scorsi e in generale nel corso delle settimane passate vi abbiamo parlato spesso del videogioco in questione, offrendovi la possibilità di visualizzare delle immagini interessanti di Alan Wake e dando dei dettagli sulla trama, sulle espansioni e su eventuali idee per la realizzazione di un seguito del videogioco in questione.
 
Il quale forse potrebbe diventare una serie, come ha affermato l’azienda di produzione, se il successo sarà tale da giustificare l’inizio di un nuovo progetto che potrebbe essere sviluppato come seguito di Alan Wake a partire da questo primo episodio.
 
Della trama di Alan Wake abbiamo parlato più volte e vi rimandiamo agli articoli nei quali l’abbiamo descritta nei dettagli. E’ chiaro comunque che si tratta di un videogioco che segue la moda degli ultimi mesi della realizzazione di prodotti videoludici con una storia di fondo misteriosa e piena di ombre e di enigmi da mettere in luce.
 
Proprio il contrasto tra luci e oscurità (qui trovate delle immagini del gioco che lo testimoniano) è alla base di Alan Wake, che utilizza queste contraddizioni come punto di forza. Come ha affermato Sami Järvi, sceneggiatore del videogioco:
 

La dimensione quotidiana, quella diurna, è presente in tutto l’arco del gioco. Perché qualsiasi incubo, se dura troppo, alla fine diventa incolore e non spaventa più nessuno.

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