Motorstorm: Pacific Rift – Recensione

Evolution Studios continua stoicamente a supportare l’offerta ludica per PS3 nell’ambito dei giochi di corse off-road con un titolo che rappresenta la naturale evoluzione quali-quantitativa del primo capitolo.

Dagli albori di PS2 lo studio londinese ha dato prova di grande capacità in questo genere videoludico con l’ottimo World Rally Championship; la nuova generazione di console (e l’avvento del “tostissimo” rivale DiRT, forse) hanno dirottato i progetti di Martin Kenwright e soci verso una concezione ancor più estrema del concetto di racing game, con risultati comunque ottimi, testimoniati dal primo Motorstorm, uno dei pochi portabandiera degli esordi PS3.
 
Partiamo allora dai numeri, che sicuramente costituiscono uno dei punti di forza di questo sequel: innanzitutto, il numero di circuiti a disposizione è raddoppiato, e ora potremo sfrecciare in 16 percorsi letteralmente da perdere la testa. Scegliete la biforcazione sbagliata e la gara è compromessa. Prendete la scorciatoia fangosa al comando di una leggera dune buggy e rimarrete impantanati; scegliete il percorso “pulito” ma più lungo alla guida di un monster truck e verrete sfilati inesorabilmente dai vostri “simili” che hanno optato per la scorciatoia.
 
Certo, non è facile rimanere concentrati sulla gara quando si viene rapiti da scenari di tale bellezza. Sia che vi troviate immersi nella vegetazione tropicale, sia che siate ai piedi di una cascata o in una landa desertica, non potrete non riconoscere l’ottimo lavoro svolto dal team di sviluppo, il livello di dettaglio degli scenari, davvero elevatissimo, i colori vividi e la pulizia dell’immagine. Eccezionali anche gli effetti, tanto di illuminazione quanto ad esempio, quello dell’acqua. E la nota particolarmente positiva è che tutto questo non è stato ottenuto a danno della sensazione di velocità, davvero notevole, e della fluidità, sostanzialmente impeccabile.
 
motorstorm 2
Tutto perfetto, quindi? Sotto il profilo tecnico sì, con un ulteriore nota di merito per gli effetti sonori, corposi e di una varietà impressionante, e per la colonna sonora, che presenta un’ampia selezione di brani rock su licenza, più che adeguati allo spirito del gioco. Sotto il profilo del gameplay arrivano però, seppure in dosi minime, le dolenti note. Non ce ne vogliano i programmatori, ma il modello di guida non spicca per realismo sotto il profilo della fisica dei veicoli. Siamo onesti, nessuno avrebbe preteso (e nemmeno desiderato) il realismo ossessivo di titoli come Baja, ma anche vedere veicoli che “volano” come fossero fatti di aria non è esattamente il massimo della vita. Come non lo è vedere un monster truck – a proposito, sono la novità del gioco in quanto a veicoli – che si esibisce in una serie di “capriole” dopo un contatto nemmeno troppo violento, quando il track design sembra avere come obiettivo primario quello di costrinegere il giocatore al contatto con svariati elementi dello scenario.
 
Tutt’altro che perfetta anche l’I.A. che soffre di un difetto comune a svariati titoli odierni; passi l’idea dei “nemici aggressivi”, ma certe volte sembrano davvero ottusi, pronti a tutto pur di costringerci fuori dal circuito, anche a farsi sfilare da tutte le altre vetture. Chiaramente il problema non sussiste nella modalità multiplayer, dove le sportellate e la pianificazione strategica del percorso da seguire raggiungono l’apice del divertimento, eppure il giocatore solitario continua ad essere perplesso. Titoli di coda…
 
Bottom Line: Motorstorm: Pacific Rift è un gran titolo, ma di sicuro non il miglior racing game off-road disponibile sul mercato; il confronto con DiRT, per quanto non esattamente calzante sotto il profilo delle vetture disponibili, si risolve in una sonora legnata per il titolo Evolution Studios. E per quanto il gioco di casa Sony sia a tratti esaltante da giocare e sempre e comunque mozzafiato da vedere, non è bello uscire sconfitti dallo scontro con un titolo che ha già più di un anno sulle spalle.
 
VOTO: 7,5

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