Questa vicenda è destinata a durare parecchio. Sony sta facendo di tutto per togliere di mezzo GeoHot e i suoi colleghi, ma non riuscirà ad averla vinta subito. La difesa dell’hacker, infatti, sembra più accanita che mai, determinata nel difendere quello che, per mesi e mesi, è stato un grandissimo problema per il noto colosso aziendale. Le ultime news vogliono che gli avvocati abbiano accusato la compagnia di aver dichiarato il falso: il Software Development Kit utilizzato dal ragazzo non apparterrebe – secondo loro – alla divisione americana, ma a quella giapponese. Qualora la legge dovesse dar loro ragione, molte delle azioni che Sony ha portato a termine verrebbero considerate illegittime.
Basti pensare, per esempio, al sequestro dell’hard disk oppure alla violazione del conto PayPal. La vicenda, insomma, si sta complicando… Da parte sua, Sony ha sottolineato che, anche se i fatti dovessero stare realmente così, l’uso dell’SDK avrebbe comunque coinvolto il ramo americano dell’azienda. Il processo, quindi, dovrebbe tenersi – secondo la compagnia – non in Giappone ma in California.
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