Microsoft è recentemente intervenuta sul contratto con l’utenza, per impedire a tutti di organizzare class-action, le azioni legali collettive che tanto piacciono agli americani, e che sembrano molto più pericolose, per la compagnia almeno, rispetto agli interventi europei. La clausola è stata introdotta dalla compagnia attraverso l’ultimo aggiornamento firmware, che, di fatto, era obbligatorio e sul quale, almeno in questi termini, quasi nessuno si è informato: sapete benissimo che le condizioni del contratto difficilmente vengono lette dall’utenza. Microsoft, insomma, ha potuto agire indisturbata e fare ciò che Sony ed Electronic Arts fecenero nei mesi scorsi, sottolineando che, nel caso di nuove denunce, queste non potranno essere rivolte alla compagnia, se prima non sarà avvenuto un accordo informale tra le parti.
La compagnia è anche intervenuta su Xbox Live, sostenendo che, qualora il servizio dovesse rimanere inattivo per un mese circa, i membri Gold saranno rimborsati con soli 5$; gli utenti Silver, invece, con nulla: per loro non è previsto alcun rimborso.
L’aria che tira, come direbbe qualcuno, è amara.
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