Allarme nel mondo videoludico: dopo i recenti avvenimenti in Corea del Sud, arrivano notizie non entusiasmanti dal Venezuela. Il governo ha, infatti, varato una legge proposta la scorsa estate, la Ley para la Prohibición de Videojuegos Bélicos y Juguetes Bélicos. La traduzione è piuttosto intuitiva: questo provvedimento legislativo punisce -con multe e reclusione dai tre ai cinque anni- tutti coloro che importano o vendono videogiochi e giocattoli dal contenuto violento. Un provvedimento che, seppur giustificato dagli ultimi accadimenti, risulta davvero esagerato. Sembra che i videogames siano diventati il capro espiatorio della violenza nel mondo.
A proposito di tragedie, una notizia altrettanto sconcertante viene dal Tennessee, dove un bimba di tre anni ha scambiato una pistola vera e propria per il controller della Wii. Cheyenne Alexis McKeehan -questo il suo nome- ha puntato l’aggeggio al ventre e si è sparata, per morire pochi istanti dopo.
Cosa ci faceva una pistola in casa? Serviva per allontanare i cani.
Ora -ci chiediamo- la colpa di chi è? Sua o dei tanto detestati videogames?
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