Multe su multe per tantissimi italiani: quello che sta succedendo, da nord a sud del paese, ha dell’incredibile.
Di tipologie di multe, in Italia, ne esistono parecchie. Quando parliamo di sanzioni, quelle per la violazione del codice della strada sono le prime a venirci in mente, vista la loro frequenza. Negli ultimi tempi, però, le amministrazioni si sono concentrate su molti altri comportamenti considerati illeciti, costringendo tantissimi italiani a pagare, in circostanze talvolta discutibili. Ecco cosa sta succedendo.
In Italia sono diverse le violazioni per cui si può essere sanzionati: dalle infrazioni al codice della strada (come il sopracitato eccesso di velocità, ma anche il parcheggio in divieto di sosta o la guida in stato di ebrezza) alle violazioni ambientali o in materia di lavoro. Far rispettare la legge è, ovviamente, fondamentale ed è compito delle amministrazioni locali punire i comportamenti scorretti. Tuttavia, non mancano i casi in cui le multe si trasformano in un pretesto per fare cassa.
Come evidenziato dall’Adnkronos, nell’ultimo periodo è stata registrata un’impennata di multe legate non tanto alle infrazioni al codice della strada, ma a situazioni più comuni che hanno attirato le polemiche degli utenti. Un esempio è dato da Belluno, dove sono previste sanzioni da 200 euro per coloro che non falciano prati e siepi in modo adeguato.
Il comune, infatti, ha stabilito un termine entro il quale provvedere alla sistemazione e al taglio di alberi e piante private affacciate su strade pubbliche o di uso pubblico, fissato al 30 giugno. L’ordinanza, tuttavia, non è stata recepita da tutti i cittadini, che non sapevano nulla della multa e si sono ritrovati costretti a pagare. In molti, inoltre, hanno fatto notare la discrepanza tra l’obbligo – rivolto ai privati – di prendersi cura del verde in città quando il comune di Belluno non provvede alla pulizia dei marciapiedi.
A Lucca, invece, ha preso il via la battaglia contro i cosiddetti “buttadentro” a cui i locali si affidano per attirare la clientela. L’obiettivo è tutelare il decoro urbano e permettere a residenti e turisti di fruire del centro storico in tranquillità. Per chi non rispetta l’ordinanza sono previste sanzioni pecuniarie. I recidivi possono rischiare la revoca della concessione di suolo pubblico e la sospensione dell’attività.
Ma non finisce qui. A Terni è stato emanato un dispositivo contro il “degrado urbano e i cattivi odori” causati dalle urine dei cani, in vigore fino al 30 settembre 2025. I padroni sono tenuti a portare con sé una bottiglia d’acqua (o qualcosa di simile), da usare per ripulire i bisogni dei loro amici a quattro zampe. Inizialmente erano previste sanzioni fino a 600 euro, ma poi il comune ha deciso di abbassare la multa, che ora può andare dagli 80 ai 480 euro.
A Roma, invece, il comune è al lavoro per introdurre sanzioni destinate ai grandi proprietari che lasciano sfitti gli immobili. Il nome dell’iniziativa è “Vuoti a rendere”, nata dalla volontà di scoraggiare l’inutilizzo delle proprietà immobiliari. Le multe saranno destinate a coloro che possiedono più di cinque appartamenti. Vi sono, infine, le sanzioni per abbandono di rifiuti, un fenomeno che il comune di Catania ha deciso di contrastare affidandosi alla polizia locale in borghese.
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