R4 (Revolution), la più grande minaccia per Nintendo?

Lo ammetto candidamente, se fossi negli Stati Uniti, farei parte del 90% degli utenti di Nintendo DS che utilizzano il cartridge R4, noto anche come Revolution (curiosamente, antico nome di fase prototipica della Wii, prima che assumesse la sua denominazione definitiva), ma non essendo negli States, mi limiterò ad ammettere che faccio parte di una ristretta cerchia di “smanettoni” che lo posseggono.
 

Cos’è esattamente l’R4? L’oggetto, per aspetto, peso e costo, è in tutto e per tutto identico ad un gioco per Nintendo DS, se non fosse per la piccola slot posta sulla superficie superiore, atta ad alloggiare una scheda MicroSD; la funzione è quella di agire da “traduttore” delle rom che gli utenti salvano sulla memory card e renderle leggibili da parte della console portatile, come se in essa fosse inserito un cartridge di un normale gioco.
Ovviamente possono essere albergate rom di più giochi su una sola scheda di memoria, avendo la possibilità di selezionare, tramite un apposito menu, il gioco che si intende utilizzare.
 
Il sistema R4 è stato creato dalle fervide menti di alcuni non meglio precisati programmatori e ha visto la luce quasi un anno fa nel distretto di Akihabara, nota area di retailer di tecnologia di Tokyo.
Dopo una prima fase di “studio”, Nintendo è passata all’assalto, impegnandosi in una causa a livello globale (con il supporto di 54 software houses tra le quali Capcom, Sega e Taito) contro i creatori ed i distributori, attività che ha fornito particolare fama alla R4 invece che bloccarne le vendite: si sa infatti che in questi casi vale il principio “bene o male, non importa, basta che se ne parli”.
 
Allo stato attuale, nella maggior parte delle nazioni il processo procede a rilento, al contrario delle vendite del sistema di emulazione, preoccupando Nintendo più delle altre cause (vedi per esempio quella di HillCrest Labs o quelle con Nyko o ancora Anascape); non resta che scoprire che evoluzione avrà l’andamento dei procedimenti nei singoli Stati e – per chi volesse usufruirne – fare rifornimento prima che non siano più commercializzate.

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