Need For Speed Undercover – Recensione

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Ci sono cose che vorremmo non cambiassero mai; ma niente è per sempre, anche la più vincente delle formule è destinata ad essere prima o poi svecchiata a suon di innovazioni; fortuna che, in caso di novità poco gradite, c’è sempre un modo per tornare indietro…

La serie Need for Speed è sempre stata sinonimo di tante cose: urban racing, macchine da sogno, modifiche a profusione, paesaggi incantevoli, inseguimenti polizieschi, gran varietà di modalità di gioco… NFS Undercover è tutto questo, meno che l’ultima, ed è un gradito ritorno alle orgini su cui, purtroppo, aleggia lo spettro di uno dei capitoli più denigrati, ma a parere di chi scrive più validi, della serie. Quel NFS Carbon che ancor oggi detiene lo scettro di arcade racer notturno per eccellenza…
 
Entrare nel mondo di NFS Undercover è un po’ come entrare in casa propria. Look familiare, colonna sonora familiare (ma EA Trax organizzata in maniera pietosa), e la sensazione che, scesi in pista – o sul circuito cittadino di turno, per meglio dire – tutto sarà come è sempre stato, meno che nel blasfemo NFS Pro Street, e che il suo game designer sia dannato per sempre…
 
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Eccoci dunque, a bordo della solita auto da sogno tamarrata per l’occasione – Aftermarket e Autosculpt sono lì che vi aspettano, pur con una certa semplificazione nella gestione dei bodykit – sfrecciare per circuiti cittadini molto illuminati, generalmente più che in NFS Most Wanted, tanto da poter inquadrare il titolo in esame nella categoria degli arcade racer “diurni”. La vettura risponde bene alle sollecitazioni via-joypad,, meglio che in NFS Carbon, meno nervosa, e più reattiva, sempre pulita e quasi prostrata al divin volere del giocatore. Un equilibrio perfetto, quello individuato da Electronic Arts, tra simulazione e sbandieramento “alla Sega Rally”, condito dalle solite trovate del NoS e del Bullet Time, belle da vedere ma sostanzialmente inutili.
 
E allora, parliamo del NoS. Cavolo, EA non lo capirà mai che quando uno spinge quel benedetto tasto dovrebbe dare le paste agli sbirri che gli sono alle calcagna… E invece no, anzi più acceleri più loro ti stanno appiccicati, e allora a che servirà mai lo stramaledetto protossido di azoto? Boh… A quella sottospecie di Bullet Time non va meglio, non perché sia implementato male, ma perché, semplicemente, non serve. Avete capito bene, perché NFS Undercover, al livello di difficoltà normale, può essere tranquillamente portato a termine con una mano legata dietro la schiena. Al livello difficile c’è un po’ più di pepe, ma la sfida è pressoché nulla per il giocatore abituato alle dinamiche del titolo.
 
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E veniamo alla struttura di gioco. Tanto fumo, tra cut-scenes che vorrebbero dare una parvenza di pseudo-trama (look cinematografico? Ma fatemi il piacere…) e pletore di gare che si sbloccano al crescere della nostra reputazione. Gare sempre uguali, in cui bisogna arrivare sempre primi o, al più, seminare i poliziotti dopo aver causato un’ingente quantità di danni. Torna il dualismo alla NFS Most Wanted: o contro altri racer o contro la polizia, ma la scarsa varietà delle gare farebbe cadere le braccia anche al più accanito fan della serie (come il sottoscritto). Dove sono le gare di drifting? Dove sono le sfide nei canyon, rimpiazzate dalle barbosissime “Highway Battle”, in cui il super-rivale di turno è impegnato a rallentare di proposito per farci vincere a mani basse…
 
Tecnicamente, a dire il vero, non c’è troppo da lamentarsi. La versione “pompata” (PS3, Xbox 360, PC) è uno spettacolo per gli occhi, un tripudio di poligoni ed effetti di assoluto rilievo. Anche se, e ad occhio si vede benissimo, il frame rate è un po’ troppo ballerino nelle situazioni più concitate, e c’è anche un po’ di aliasing qua e là, soprattutto sulle vetture. Maledetta fluidità, mai che EA riesca ad ottenere risultati accettabili in tal senso. Vergognosa più delle altre, come sempre, la versione PS3, che in certi frangenti rallenta in modo osceno. Paradossalmente invece, la versione PS2 va forte sul piano della fluidità rispetto ai precedenti capitoli, e anche il livello di dettaglio è notevole, soprattutto per quanto riguarda i modelli delle vetture, splendidi. Meno splendido il pop-up che affligge gli scenari, ma del resto ormai la console è stata spremuta come un limone…
 
Bottom LineNFS Undercover è un inno allo spreco. Vetture stupende impreziosite da un editor micidiale, scenari vasti ed incantevoli e un modello di guida equilibrato ed appagante inutilmente rovinati da una struttura di gioco tutt’altro che convincente. Poca varietà e difficoltà minimale martoriano un’esperienza ludica altrimenti solida e divertente come poche. Le differenti valutazioni rispecchiano i differenti contesti in cui il gioco è chiamato a destreggiarsi (la versione PS2 è molto competitiva visto che su tale console manca un certo GRID) come anche gravi difetti delle singole versioni (quella PS3, a tratti ingiocabile). Siamo comunque anni luce avanti a NFS Pro Street, ma c’è molto da lavorare per tornare ai fasti di un tempo. O anche ai fasti di NFS Carbon, che alla faccia delle critiche ridacchia sornione dall’alto del suo trono riconosciuto da pochi. Provaci ancora, EA.
 
VOTO: 7,5 (versione PS2) – 7 (versione Xbox 360/PC) – 6 (versione PS3)

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