Left 4 Dead – Recensione

C’era una volta tanto tempo fa un regista di nome George Romero. Aveva pochi soldi, ma una grande passione per il cinema. Chiamò i suoi morti viventi “zombie” e da allora niente è stato più lo stesso.

Carne morta… buona!
Cercare di dare una qualsiasi traccia che si nasconde dietro agli intrighi di Left 4 Dead è particolarmente facile: non esiste una trama. Non scomodiamo quindi Jessica Fletcher che in quel di Cabot Cove si è rintanata e quando si muove fa morire qualcuno. Scherzi a parte saremo gli unici sopravvissuti ad una emergenza virale di una portata piuttosto vasta. Per ciò che ne sappiamo un’intera città è stata invasa da una pestilenza che azzera il cervello dalle sue capacità senzienti, trasformando gli esseri umani in macchine che uccidono senza ragionare. I nostri simpatici amichetti però non saranno impasticcati e lenti come il primo Alone in The Dark, Resident Evil della prima ora, bensì saranno furie animalesche che ci attaccheranno in massa e con una rapidità mostruosa. Oltre a noi saranno sopravvissuti anche altri 3 poveri disgraziati che condivideranno la nostra stessa sorte. Da un ex militare a un programmatore, da una studentessa passando per un biker, un mix che cozza decisamente l’uno con l’altro ma tutti insieme saremo impegnati nei 4 capitoli di gioco che porteranno qualche stralcio di informazione sulla trama. Il tutto condito con una salsa di sano umorismo e condito da improbabili nemici.
 
Una valvola di sfogo
Che Valve stia traendo da Steam, la sua gallina dalle uova d’oro, quanti più introiti riesca è ormai palese. Anche il secondo colosso video ludico mondiale come EA si è piegata davanti a tanto potere e ha bruciato la sua piattaforma di distribuzione in seno a quella di Gabe Newell e soci. Una mossa strategica che ha mosso in largo anticipo quello che presto sarà l’intero futuro videoludico anti-pirateria. Il digital delivery infatti permetterà un controllo maggiore della pirateria e la stroncherà in toto (almeno online ndr) permettendo anche di prendere seriamente provvedimenti sugli utenti. A fronte di circa 40 € porteremo a casa il piccolo gioiellino di Valve che condivide con l’attempato ma sempreverde Half-Life 2: il motore Source. Questa architettura che dopo 4 anni mostra i segni dell’età permette da un lato di far muovere a video un numero elevato di nemici e dall’altro di abbassare i requisiti di sistema. Il tutto funziona a meraviglia a patto che non siate dei fans dell’Unreal Engine 3 e degli standard qualitativi di questo motore avanzato. L’audio è totalmente nella media e il video riesce ancora a stupire per la sua qualità, visto che potremo attivare ogni tipo di filtro al massimo senza appesantire la nostra scheda video.
 
Dulcis in fundo ovvero vale o non vale?
Chiunque adori i giochi online, che si sa, durano per sempre non si potrà lasciar sfuggire questa esclusiva grand-guignolesca. Gli amanti del retro, del cinema splatter e degli zombie troveranno pane per i loro denti. Se infatti il singleplayer è divertente senza fare impazzire, nonostante l’intelligenza artificiale faccia il proprio lavoro, il perno di tutta l’esperienza ruota intorno alla modalità multi-giocatore. A mio avviso e nonostante tutto il costo mi sembra lievemente alto.
Su questa piattaforma risulta il gioco più scaricato e di conseguenza non prevedo abbassamenti di prezzo a breve anche se dal canto mio trovo che un abbassamento di 10 o 15 porterebbe la cosa a una cifra ragionevole (ovvero la cifra che costava prima che cambiassero la valuta da dollari a euro). Disponibile per PC e Xbox 360 è stato di recente oggetto di una news che vuole un corposo aggiornamento a breve per questo titolo e che aumenterà sicuramente i numeri di questo gioco che ne ha già parecchi.
 
GRAFICA: 7
SONORO: 7
GIOCABILITA’: 8
LONGEVITA’: 8
TOTALE: 7.5

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