La nuova Xbox blocca l’usato? È follia: rischio crollo vendite

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I pettegolezzi sull’impossibilità di provare giochi usati con la nuova Xbox hanno surclassato il web a gennaio e continueranno a farlo per un bel po’ di tempo, viste le ultime dichiarazioni rilasciate da Jameson Durall, il design director di Volition, in un editoriale pubblicato su #AltDevBlogADay, in cui si è lasciato andare a consigli sorprendentemente positivi per Microsoft e allo stesso tempo negativi per i consumatori. Sarebbe un fantastico cambiamento all’interno del business videoludico – ha così esordito Durall -. […] Tutto quello che bisogna fare è applicare il modello dei DLC per legare un gioco al proprio account Xbox Live. Ogni disco retail potrebbe contenere una chiave univoca all’interno del codice. Idealmente, si potrebbe legare il gioco alla console, così che tutti i membri della famiglia possa utilizzare il titolo, anche se l’account principale non è loggato. Una dritta perfetta, insomma, non per scoraggiare, ma per chiudere il mercato dell’usato. Durall ha sottolineato che la compagnia potrebbe anche realizzare un proprio servizio in questo senso, attraverso un codice di utilizzo valido solo per un determinato periodo di tempo, ma l’idea non ci piace affatto.

Un conto, infatti, è combattere la pirateria, che nuoce gravemente alla salute delle case di sviluppo; un conto è, invece, cercare di far fuori un mercato vitale per buona parte dei gamer, non sempre in grado di spendere fior fior di quattrini per un titolo che potrebbe anche non piacere, tra le altre cose.  
 

Ma Durall è andato oltre, proponendo anche un metodo per il prestito del gioco a consumatori ‘secondari’: 
 

Microsoft – questo, il suo discorso – potrebbe applicare qualcosa di simile a ciò che Amazon ha fatto con le licenze di utilizzo dei suoi libri in formato Kindle. La licenza del gioco potrebbe essere trasferita temporalmente ad un’altra Gamertag, e il possessore originale non potrebbe giocare al titolo per la durata del trasferimento. 
 

Sembra una sparata lontana anni luce dalla realtà, ma, visto che le case di sviluppo ne combinano di ogni, bisogna iniziare a preoccuparsi: Microsoft avrebbe tutto il tempo, nel caso in cui lo volesse davvero, per realizzare un sistema del genere.

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