Alan Wake poteva non essere un mondo chiuso

Quando si progetta un nuovo videogame l’azienda che predispone tutti gli strumenti per procedere alla realizzazione pratica del prodotto deve come primo passo pensare, tra le altre cose, a come strutturare tecnicamente il gioco. Una delle prime distinzioni che devono essere effettuate infatti riguarda proprio la possibilità di rendere il gioco legato ad una trama al quale si potrebbe affidare per condurre il giocatore in un percorso stabilito, fatto di enigmi, storie, livelli più o meno intrecciati e mini giochi, oppure di creare qualcosa di completamente libero da ogni schema ben definito.

E’ quello che anche gli sviluppatori del videogioco Alan Wake si sono chiesti inizialmente, in fase di progettazione iniziale del videogame. All’inizio però i piani erano decisamente diversi dalle scelte che sono state fatte in seguito dal team di sviluppo.
 
Secondo quanto dichiarato da Sam Lake, che lavora alla progettazione e alla creazione delle ambientazioni in cui si svolgeranno le azioni del gioco, infatti all’inizio per la creazione di Alan Wake si era pensato alla sperimentazione di un mondo del tutto aperto, che il giocatore avrebbe potuto visualizzare in lungo e largo senza problemi, in tutte le aree messe a disposizione.
 
Ma questo obiettivo si veniva a scontrare principalmente con la volontà di assegnare alle azioni di gioco una vera e propria trama, necessaria per il videogioco in questione. Secondo Lake infatti per realizzare qualcosa di molto ben definito per quanto riguarda la storia di fondo è necessario creare qualcosa di limitato, in modo da direzionare correttamente le scelte del giocatore.

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